La terra del Simbran

Senza titolo e senza foto

Spesso mi hanno detto "Ho due notizie, una buona e una cattiva. Quale vuoi sentire prima?"
Di solito rido. Non vedi? - vorrei dire - la notizia sono io, la notizia sei tu.
Cerchi il titolo sensazionale sul giornale? Sbagli. Tu pensi che io ne sappia qualcosa del mondo. Sbagli. Il mondo è una scatola quantistica: quando pensi di essere informato, di averle viste e vissute un po' tutte, le nuvole sono sempre un passo avanti a te.
Un po' come il paradosso della lepre e la tartaruga. Maledetta tartaruga. Via i gusci, gli scudi, le armature.
Dannata tartaruga, è inutile che corri: il guerriero si è fermato e non ti inseguirà. Non gli interessa correre per dimostrare un'ovvietà, perché lo sa di essere piú veloce. Tenetevi le lavagne, i gessetti, le teorie.
Ora le cose stanno in modo leggermente diverso: se la lepre corresse, supererebbe la tartaruga?
Non lo sapremo mai. Non gliene frega niente.
Tanto profondi, troppi e troppo profondi sono gli abissi delle aspettative disilluse.
Ora la notizia siamo noi. Anche io. Ma non mi troverai sui giornali, nei programmi tv, nei post o su una fanpage, ostracizzato da me stesso. Non chiedere di me all'edicolante, né al portinaio, né agli oracoli. Chi ti dirà "L'ho visto andare da quella parte", sta mentendo. Non ho una meta, ma una direzione.
Tu sai qual è la mia direzione: è lì che mi troverai.

 
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