La terra del Simbran

ITALIA-ZVESIA. Scusate svedesi; ho letto male le istruzioni di montaggio

ITALIA-ZVESIA. SCUSATE SVEDESI; HO LETTO MALE LE ISTRUZIONI DI MONTAGGIO.




Io di calcio sono così digiuno, ma così digiuno che quando vedo i tifosi del Palermo con le loro maglie rosa sfilare per la città, penso ci sia il gay pride. Nonostante ció, vengo coinvonvolto regolarmente dai miei amici a seguire le partite. Allettato da serate in loro compagnia e soprattutto da cibo e beveraggio finisco sempre col farmi coinvolgere. Così é stato anche per questi europei. Anche se, avendo letto e sentito che la nazionale italiana quest'anno era particolarmente scarsa, ho fatto di tutto per evitare noiosissime serate. Con cose tipo: bustarelle ai politici, favori alla mafia locale, leccate di culo ai capi super mega galattici e donazione dell'otto per mille alla chiesa cattolica, riesco a saltare Italia-Belgio. Non riesco a fare altrettanto per la seconda partita: Italia-Svezia, anche perchè avendo vinto la prima, L'Itallia ha la possibiltà, anche con un semplice pareggio di passare il turno.

Arriva la grande sera e io seduto davanti alla tv in attesa che le squadre scendano in campo, ho pensato che poi i tifosi svedesi non li puoi nemmmeno insultare. Perchè? come perchè; se gli dici vaffa o suca, quelli ti consegnavo un pacco imballato con dentro uno strano mobile da montare con la brucola e istruzioni disegnate in maniera indecifrabile e pretendono pure di essere pagati. Ho sentito di gente che nel tentativo di montare un mobile Ikea è finita in centri di recupero per attacco di nervi o per dipendenza tossica da schegge di compensato. Poi ci sono quelli che ce l'hanno fatta, a montare il mobile non a disinttosicarsi e vivono in casa con un oggetto pensile o appogiato al pavimento, il quale dondola ogni volta che ci passi accanto e poi passano ore e ore a spiegare agli amici che li vanno a trovare di cosa si tratta e perché hanno avuto la malsana idea di „adottarlo“ mentre gli ospiti restano basiti a fissare la massa legnosa in questione. Meglio non correre questo rischio.

Quando i calciatori fanno il loro ingresso in campo, gli scandinavi non sono un manipolo di montatori e ingegneri pronti a costruire una camera da letto a centrocampo, bensí sembravano la rappresentativa principi azzurri; tutti alti, biondi e con gli occhi azzurri. Tanto da pensare che era un cartone animato della Disney. Poi entrano i veri azzurri, gli italiani, che di principesco hanno ben poco: bassi, scuri, barbuti e con facce da pregiudicati che se io fossi stato della sicurezza un controllo sotto la tuta di De Rossi e Zaza per devere se avevano la cintura esplosiva l'avrei fatto. Zaza, per chi non lo sapesse è quello che fa la rincorsa di un rigore uguale a chi al mare sulla spiaggia è a piedi nudi sulla sabbia che scotta e non trova le ciabatte. È il protagonista del film: tre metri sopra la traversa. La stessa traversa dove si è abbarbicato Buffon pensando di fare un gesto atletico da felino e invece è rovinato a terra come un sacco di fave. Buffon, il portiere che quando i suoi compagni calciano i rigori, lui si gira di spalle per non guardare. Speriamo non si confonda mai girandosi quando a tirare sono i nostri avversari. Invece Giaccherini l'avevo scambiato per uno dei bambini mascotte che entrano a fianco dei giocatori. Ho pensato: non è un cartone Disney, ma un film di Hollywood con i buoni che vincono sui cattivi. Speriamo ci sia almeno l'attrice bona di turno tipica di questi film. Quindi, chiedo agli amici: „Chi è la prima donna del film?“

L'esperto calcistico di turno mi risponde: „La prima donna della partita è sicuramente Zlatan Ibrahimovic. Guarda, quello lí!“

E mi indica un calciatore sullo schermo, il quale di svedese aveva solo il nome da scaffale e poi altro che bonazza; aveva un'acconciatura tipo quando chiudi il sacco nero dell'immondizia con un nodo sopra.

Io: „Chi è?“ Li...dove?“

Lui: „No, Chiellini è quello che lo marca, che sarebbe il migliore dei nostri!“

I due migliori in campo erano, come dire... Se messi di profilo vedevi NA SOmiglianza. Pensando che quello che nel calcio è considerato un dio, pippava cocaina come un babbuino, mi viene da capire che per fare il calciatore con devi avere i piedi buoni ma andare a naso.

Inizia la partita, l'Italia fa catenaccio: un'ora di niente assoluto intervallato ogni tanto da un giocatore che si buttava a terra e piangeva come colpito da grandi dolori mai provati per rialzarsi subito dopo e sgambetttare come un miracolato di Lourdres, ma a parte questo e il duello fisico dei due grandi protagonisti che se li sono date di santa ragione; mancava solo una coltellata nella coscia e avrebbero completato il set di crimini piú efferati contro l'umanità, niente di rilevante. Unico flebile barlume di speranza di vedere un grande macht mi sovviene quando entra per gli azzurri il nostro numero 10 originario dello stesso paese di calciatori come Pelè e Zico. Penso: „Il 10 è il numero appartenuto a gente come Baggio e Del Piero. Finalmente uno che accenderà lo spettacolo con i suoi dribbling e scatti brucianti. Quando lo vedo muoversi, Thiago Motta, ci sono stato un 10 minuti abbondanti prima di capire che non lo stavano riprendendo con la moviola ma era a velocità normale. A questo punto, colto da depressione vado in overdose di bibite, con conseguente bisogno impellente di espletare. Così, a venti minuti circa dalla fine, sono costretto ad abbandonare per pochi secondi. Uscendo dalla toilette sento i miei amici gridare come fossimo a capodanno o a una festa patronale di paese. Torno davanti la tv e vedo Conte che corre e si arrampica sopra la panchina. O gli era volato il parrucchino e cercava di riprenderlo, oppure era un gesto di gioia incontenibile dovuto al fatto che Motta già diffidato si era beccato un giallo e avrebbe saltato il prossimo macht. Domando che è successo.

Uno mi risponde: „Ha segnato Eder!“

„Eder? Di che nazionalitá è Eder?“ Chiedo io.

E lui: „È brasilianol!“

„Brasiliano?“ Penso io. „Gioca il brasile nazione sudamericana?“ Ma non stavamo guardando gli europei? Quanto cazzo ci sono rimasto in bagno?

Che poi, la cosa che più di tutte mi fa impazzire dei tifosi della nazionale, è la loro volubilità nel giudicarla. Prima che iniziassero gli eupoei e tutti sapevano che non eravamo favoriti si gli dava addosso con frasi del tipo: che schifo di squadra che ha fatto quel mezzo delinquente di Conte che dovrebbe essere squalificato a vita e non premiato. Ma dove dobbiamo andare senza filtro a centrocampo? (In effetti le nazionali senza filtro fanno veramente schifo e non le fuma piú nessuno). E convoca attaccanti scarti o panchinari dei grandi club che sono dei super pipponi e per super pippone non parlavano d'Inzaghi ma di un certo Pellè, uno con addosso piú tatuaggi che peli e i capelli più impomatati di John Travolta nella febbre del sabato sera. Ma già alla prima vittoria le critiche scompaiono per passare alle lodi e Pellè diventa un talentuoso fuoriclasse che ogni uomo sogna di avere come genero e dargli sua figlia ancora vergine (seeeeee). E si parla di Conte come a un grande allenatore e uomo carismatico capace di plasmare una squadra operaia. Squadra operaria? Con tutto il rispetto di chi pratica il calcio da professionista ma i veri operai non sono sto gruppo di giovanotti che girano in Ferrari. Ma sono quelli che si fanno il culo dalle 8 alle 10 ore giornaliere in fabbrica per una miseria di stipendio e a luglio sudano cosí tanto che per raggiungerli devi fare un tuffo.

Tutti questi complimenti sono un crescendo continuo di partita in partita, fino alla sfortunata sfida contro la Germania, ove, immediatamente dopo la scoffitta con i campioni del mondo, i commenti sui calciatori ritornano gli stessi del pre europeo e anche peggio e Pellè diventa un fighetto convinto e stupido buono solo per fare il tronista dalla De Filippi.

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