La terra del Simbran

La vera storia del moon-walking

 




Comprandomi un paio di pantaloni mi è venuto in mente il celebre passo di danza di Michael Jackson. Voi mi direte: „Che ci azzeccano le fantastiche e ritmate coreografie di Thriller con i tuoi comuinissimi pantaloni e soprattutto con te che balli peggio di un vecchio cavallo zoppo in agonia?“

la storia risale a quando da piccolo compravo i pantaloni e mia madre mi doveva fare l'orlo:

me li faceva indossare nella mia cameretta e poi tornando in soggiorno e guardandomi aggiungeva: “E ma li devo vedere con un paio di scarpe. Vatti a mettere un paio di scarpe!”

E io tornavo in stanza a calzare pedalini di spugna e scarpe da ginnastica e tornavo da lei. E mia madre:”No! Devi indossare scarpe normali!”

E io tornavo in stanza e via le scarpe sportive sostituite dai mocassini e poi di nuovo dai mia madre. E lei:”No! Li devi indsossare con scarpe coi lacci”

E io di nuovo in camera a stostituire i mocassini con scarpe con stringhe e poi di nuovo da lei. E mia madre: “Si va beh, ma che indossi scarpe eleganti con calze di spugna? Ci vogliono calzette normali altrimenti fanno strani rigonfiamenti!”

E io che già odiavo il corridoio per quante volte lo avevo percorso, tornavo in stanza, via tutto e si ritorna solo con normalissime calze e scarpe laccio-munite. A quel punto, mia madre guardandomi con sufficienza commentava:”Ma queste calze sono bruttissime accoppiate con queste scarpe!”

Quello era il momento in cui scattava in me un sistema di autodifesa pre la salvaguardia mentale, perchè se avessi percorso un'altra volta il tragitto verso la mia stanza avrei avuto seri problemi al sistema neurologico per tutta la vita e cominciavo a gridare che ero stufo e che non importava dell'abbinamento cromatico scarpa-pedalino perchè non dovevo andare da nessuna parte. E mia madre sbottava gridandomi: “Ma come ti permetti di parlarmi in questo modo così cafone! Questa è l'educazione che ti ho insegnato? Invece di ringraziarmi per tutto quello che sto facendo per te togliendo tempo prezioso agli altri figli!”

E giù anche qualche scappellotto da parte della restante prole chiamata in causa dall'arringa difensiva di mia madre che dava piú enfasi drammatica alla sua posizione di vittima sacrificale da parte del figlio snaturato mentre i restanti pargoli giacevano sul divano in una logorante attesa per altri servigi materni, quindi chiamati in causa nel processo come parte lesa.

Ma io subivo in silenzio perchè sapevo che questa tragedia greca o visto la protagonista la dovrei definire: scena madre, mi avrebbe concesso la grazia e finalmente smettevo di esserre uno yo-yo tra la mia stanza e il soggiorno e mia madre avrebbe iniziato a prendere le misure dell'orlo pungendomi ogni tanto per vendetta all'atto di ribellione.

Ma non avevamo ancora finito con i pantaloni, neanche per sogno; eravamo solo all'inizio, perchè dopo aver preso la misura, inizia il vero e proprio show: mia madre per vedere se l'orlo era all'altezza giusta, mi chiedeva di: sedermi, alzarmi, sedermi e rialzarmi con movimenti differenti, fare dei movimenti articolati e innaturali con le gambe, perfino di approntare alcune mosse di karate e di assumere la posizione yoga dell'uovo appena schiuso e naturalmente di camminare, in avanti, lateralmente, fare finte e dribbling alla Pelè e di camminare indietro per mettere in evidenza la parte posteriore dell'orlo. Infatti credo che il moon-walking di Michael Jackson sia nato con l'acquisto del mio primo paio di pantaloni a cui doveva casualmente essere presente un coreografo della celebre pop-star.

 

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